Suòre

Primmu de currer, sos atletas grecos
S'ozu 'e s'olìa si frigaìant in dossu.
No bi pensaìant de fagher isprecos
De sustàntzia chi at preju de colossu.
Finida sa gara, cun ojos biécos,
Si faghìant bogare, da-e d'onzi ossu,
Soru chi bendìant a duttores, in presse,
Buschende su 'alanzu a s'imbesse.
 
A d'onzi gara pijaìant a mòios
Su pingu chi jamaìant su glòios.

🆅 Dal sito http://vocabolariocasu.isresardegna.it/lemmi.php
Suore: sudore.
Soru: siero; anche ricotta.
Balanzu: guadagno, utile, vantaggio; anche vincita.
A s'imbesse: o s'ala imbesse, al rovescio, al contrario.
Pijaìant: recuperavano.
Mòios: recipienti di sughero, moggi. Contenevano fino a 40 kg di grano.

🆆 Dal sito https://it.wikipedia.org/wiki
Il gloios era uno  strato di olio e sabbia che si formava sul corpo degli atleti dell'antichità. 
Per contrastare scottature, ma anche per tutelare la pelle da abrasioni ed escoriazioni, usavano, infatti, spalmarsi sul corpo abbondante olio di oliva.
Negli spogliatoi, con lo strigile (un arnese di metallo a forma ricurva), veniva raccolto dagli schiavi e molte volte venduto per la credenza che questo composto avesse potere di guarigione.
Plinio il Vecchio scrisse che serviva per curare distorsioni, dolori muscolari, infiammazioni anali e vaginali, mentre secondo il medico Galeno poteva contrastare persino i tumori.

Dal sito https://www.facebook.com/pilloleditimoleonte
Un atleta utilizza lo strigile per recuperare il gloios.

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