Baraùndas

1.
Su Renu, in s’ùltima notte-‘e s’annu
Ant passadu, guàsi chentza infadu,
Ca guàrdias ant àppidu mal’appannu
Da-e invasiònes in su-‘e Roma-Istadu.
Pro difender de Imperu s’iscannu,
Truppas Stilicone at richiamadu:
Mattana fit dende su dànnifìcu
De sos Gotos décadu Alarìcu.

2.
Fit su trint’unu de Nadale sa die,
In s’annu de su ‘e ses battorchentos;
Germànica fit sa zente de inìe:
Comitatenses ant postu-in turmentos.
Fit istajone de frittu et de nie
Et su riu astraàdu fit da-e sos bentos:
Vàndalos, cun Isvevos, cun Burgundos
Et Alànos giumpant, cun pilos brundos.

3.
Da-e tando at cumintzadu falada
Sa romana possidéntzia millenària.
Nachi fit sa sorte male fadada,
Ma istòricos narant chi s’amplària
Fit troppu manna et gai cundennada
A subire da-e istranzos angària.
Poi, no est nadu siet andada male,
Bidu ch’est nàschidu s’istadu-attuàle.

🆅 Dal sito http://vocabolariocasu.isresardegna.it/lemmi.php
Infadu: noia, fastidio, molestia, seccatura.
Appannu: velo agli occhi, appannamento, offuscamento.
Dècadu: capo, guida.
Astraàdu: ghiacciato.
Giumpant: valicare, guadare, sorpassare, superare.
Brundos: biondi.
Male-fadada: fatare, incantare, ammaliare in maniera negativa.
Amplària: ampiezza, larghezza.

🆆 Dal sito https://it.wikipedia.org/wiki
- Il Reno, con 1326 km è uno dei fiumi più lunghi d'Europa.
Il suo nome deriva da una radice celtica, ma ancor prima indoeuropea, che significa "scorrere".
Assieme al Danubio, il Reno formava la maggior parte del confine settentrionale dell'Impero romano ed è stato, fin da quei tempi, un vitale corso d'acqua navigabile, usato per il commercio ed il trasporto delle merci fin nel cuore del continente.
- Flavio Stilicone (359 – Ravenna, 408) fu un patrizio e console dell'Impero romano d'Occidente e magister militum dell'esercito romano. Di fatto esercitò la reggenza della parte occidentale dell'impero romano dalla morte di Teodosio I, sotto l'impero del giovane figlio Onorio, senza riuscire a imporre la sua autorità anche all'Impero romano d'Oriente.
Condusse numerose campagne militari contro i Barbari e combatté contro l'usurpatore Gildone in Africa. Respinse i Visigoti di Alarico e sconfisse gli Ostrogoti di Radagaiso. Tuttavia, per proteggere l'Italia lasciò le frontiere del Reno sguarnite, tanto da non riuscire ad arrestare l'invasione delle armate vandale e alane. Infine, non riuscì a reprimere l'usurpazione di Costantino III in Gallia e in Britannia.
Durante la sua reggenza, Stilicone condusse una politica in continuità con quella di Teodosio I: integrazione dei Barbari nell'esercito e nella società e, nel campo religioso, promozione del cristianesimo niceno e opposizione al paganesimo ed alle eresie ariane e donatiste, attirandosi così l'ostilità delle élite romane.

Dal sito https://it.wikipedia.org/wiki/Stilicone
Dittico (tavoletta formata di due assicelle riunite a libro da un lato, con una cerniera o un legaccio di cuoio)
di Stilicone, raffigurante Stilicone, la moglie Serena e il figlio Eucherio, del 400 circa,
conservato a Monza, nel museo del Duomo.

- I Goti furono una federazione di tribù germaniche orientali che invase l'Europa centro-meridionale nell'ultimo periodo dell'Impero Romano. 
Dalla Svezia, ad ondate sbarcarono sulle coste del Mar Baltico e da qui si spinsero a sud, imponendosi sulle popolazioni che trovarono sul loro cammino.
Plinio il Vecchio sosteneva nella sua "Naturalis Historia" che questa popolazione facesse parte dei Vandali, insieme a Varinni, Carini e Burgundi.
Arrivati a contatto con il mondo romano nella zona della foce del fiume Danubio e del Regno del Bosforo Cimmerio, furono a più riprese nemici dei vari imperatori e a volte alleati contro altre popolazioni barbariche nel corso di tutto il III e IV secolo.
La divisione in Visigoti ed Ostrogoti avvenne sul finire del IV secolo. In tale periodo furono spinti a occidente dagli Unni e, dopo la fine dell'Impero romano d'Occidente (476), fondarono i regni romano-barbarici: i visigoti, grosso modo tra le attuali Francia e Spagna, e gli ostrogoti, tra l'Italia e la Penisola balcanica nord occidentale.
- I Vandali erano una popolazione germanica orientale.
Dopo una prima migrazione nei territori dell'attuale Polonia sotto la pressione di altre tribù germaniche, si spostarono più a sud, dove combatterono e sottomisero la popolazione celtica dei Boi. Si stanziarono quindi nei territori dell'attuale Slesia e Boemia, creando una federazione di tribù comprendente Burgundi, Rugi e Silingi, detta dei Lugi (compagni).
- Gli Svevi o Suebi furono un popolo germanico proveniente dall'area del Mar Baltico. Di loro, Tacito scrisse nella sua Germania che non se ne annoverava un solo popolo, ma numerosi: occupavano infatti la maggior parte della Germania Magna.
- I Burgundi erano una tribù germanica dell'Est che migrò dalla Scandinavia verso l'isola di Bornholm (nell'attuale Danimarca) e da qui poi verso l'Europa continentale.
- Gli alani erano un popolo nomade di etnia iranica, compreso nel gruppo dei sarmati, che all'inizio del I secolo avevano occupato le terre a nord est del mar d'Azov, lungo il Don. Erodoto gli descrive come alti e biondi, con i capelli tagliati corti, come gli Sciti.
Le fonti scritte suggeriscono che dal I al IV secolo gli alani avevano una supremazia tale sulle tribù circostanti da creare una potente confederazione sarmata.
Furono un grosso problema per l'Impero romano con le loro incursioni nelle province presso il Danubio ed il Caucaso. Già vinti da Gneo Pompeo Magno nel 60 a.C. e combattuti dai Romani sotto gli imperatori Vespasiano, Marco Aurelio ed Adriano, furono nuovamente respinti nel 276 dall'imperatore Tacito nei loro confini quando, con i goti invasero l'Anatolia.
Nella seconda metà del IV secolo furono sottomessi dagli unni. 
Alcuni servirono l'Impero romano d'Occidente in qualità di mercenari, altri si unirono ai Sassoni, nell'invasione dell'arcipelago britannico. Alani, comandati da Saulo, erano i cavalieri dell'esercito romano che sconfisse Alarico I nella battaglia di Pollenzo del 402.

Dal sito https://it.wikipedia.org/wiki/Barbaro
Il dipinto "La entrada de los Hunos en Roma" del pittore spagnolo Ulpiano Checa (1887),
andato distrutto nel 1939, dopo un incendo all'Università di Valladolid.

- Alarico I, Flavio Alarico o Alarico dei Balti (370 – 410), è stato re dei Visigoti dal 395 alla morte.
Fu l'autore del celebre saccheggio di Roma del 410, dopo il quale morì improvvisamente mentre si dirigeva forse verso l'Africa. Fu inoltre magister militum dell'Illyricum, nominato nel 398 dall'imperatore Arcadio.

Dal sito https://it.wikipedia.org/wiki/Alarico_I
Alarico I in un ritratto immaginario, dalle "Cronache di Norimberga" (di Hartmann Schedel, 1493).

- I comitatenses erano soldati di fanteria pesante del tardo esercito imperiale romano, e potevano appartenere alle legioni o agli ausiliari. Sono menzionati per la prima volta nella legge del 325, contenuta nel Codice teodosiano (raccolta ufficiale di costituzioni imperiali voluta dall'imperatore romano d'oriente Teodosio II), in contrapposizione alle forze stabili lungo la frontiera romana dei riparienses (o limitanei).

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