S'elocuènte

De sos mannos ‘ardiànos de Repubblica,
Cicerone est unu de sos primmos.
A Catilina fattu-at encìclica
Chi tottu sos sentidos li at frimmos.
Puru cun Marc’Antoni, Filìppica’ (s)
Ant, de bidèas suas, dadu cunfrimmos.
Filòlogo l’at traìttu et Erénniu
De libertade serradu at su renniu.

In tamas chi de corpus fattu-ant istragu,
Sa limba, Fùlvia puntu l’at cun s’agu.

🆅 Dal sito http://vocabolariocasu.isresardegna.it/lemmi.php
'Ardianos: o bardianos, guardiani, custodi.
Sentidu: senno; anche sentito, compianto, rimpianto.
Traìttu: tradito.
In tamas: o in tames, tuttavia, oltre che, non solo.
Istragu: molestia, fatica; strage, strazio.

🆆 Dal sito https://it.wikipedia.org/wiki
- Marco Tullio Cicerone (106 a.C. – 43 a.C.) è stato un avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano.
Esponente di un'agiata famiglia dell'ordine equestre, fu una delle figure più rilevanti di tutta l'antichità romana. La sua vastissima produzione letteraria, che va dalle orazioni politiche agli scritti di filosofia e retorica, oltre ad offrire un prezioso ritratto della società romana negli ultimi travagliati anni della repubblica, rimase come esempio per tutti gli autori del I secolo a.C., tanto da poter essere considerata il modello della letteratura latina classica.
Grande ammiratore della cultura greca, attraverso la sua opera i Romani poterono anche acquisire una migliore conoscenza della filosofia. Tra i suoi maggiori contributi alla cultura latina ci fu, senza dubbio, la creazione di un lessico filosofico latino: Cicerone si impegnò, infatti, a trovare il corrispondente vocabolo in latino per tutti i termini specifici del linguaggio filosofico greco.
Tra le opere fondamentali per la comprensione del mondo latino si collocano, invece, le Epistulae (in particolar modo quelle all'amico Tito Pomponio Attico) che offrono numerosissime riflessioni su ogni avvenimento, permettendo di comprendere quali fossero le reali linee politiche dell'aristocrazia romana.
Cicerone occupò per molti anni anche un ruolo di primaria importanza nel mondo della politica romana: dopo aver salvato la repubblica dal tentativo eversivo di Lucio Sergio Catilina e aver così ottenuto l'appellativo di pater patriae, ricoprì un ruolo di primissima importanza all'interno della fazione degli Optimates. Fu, infatti, Cicerone che, negli anni delle guerre civili, difese strenuamente, fino alla morte, una repubblica giunta ormai all'ultimo respiro e destinata a trasformarsi nel principatus augusteo.
Famose le sue orazioni di condanna: contro Catilina le Catilinàrie, che iniziano con il famoso incipit «Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?» (Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?); contro Marco Antonio le Filippiche, in quanto richiamavano quelle omonime pronunciate da Demostene contro Filippo II di Macedonia.
Con quest'ultima orazione decretò la sua condanna a morte. Infatti, dovette fuggire a Formia (LT), dove fu raggiunto dai soldati di Marco Antonio: fu tradito da un liberto della sua famiglia, tale Filòlogo, e il milites Erènnio gli tagliò la testa. Da quel giorno, quella porzione di territorio prese il nome di Vindìcio (vendetta).
La testa e le mani furono presentate al Senato di Roma, come avviso per tutti quelli che si dicevano contrari al triumvirato di Ottaviano, Marco Antonio e Lepido).

Dal sito https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/40/Cicero
Busto in marmo di Cicerone, del I secolo a.C., conservato nei Musei capitolini, Roma.

- Lucio Sergio Catilina (108 a.C. – 62 a.C.) è stato un militare e senatore romano, per lo più noto per la congiura che porta il suo nome, un tentativo di sovvertire la Repubblica romana, e in particolare il potere oligarchico del Senato.
Il progetto di Catilina non era troppo diverso da quello di altri che avevano tentato di riformare la Repubblica in senso popolare, anche forzando il sistema, come Tiberio Gracco e suo fratello Gaio, o come farà anche lo stesso Cesare in seguito.
Nell'analisi politica di Catilina la Repubblica romana vive una separazione gravissima della società dalle istituzioni. Il corpo fragile rappresenta il corpo elettorale romano, spaccato in cricche, clientele e bande; la testa malferma rappresenta invece il Senato, abituato al potere ereditario, colluso con i grandi proprietari terrieri, composto per lo più dall'ottusa classe del patriziato. Il corpo vigoroso ma senza testa simboleggiava la massa di contribuenti, tartassati e umiliati dal disordine politico, senza vera rappresentanza politica, per la quale Catilina si propone come testa pensante, al tempo stesso rendendosi conto della pericolosità dell'andare contro l'oligarchia dominante.
La congiura si sarebbe sviluppata attraverso incontri segreti, ma una certa Fulvia, amante di uno dei congiurati (Quinto Curio), avrebbe informato direttamente Cicerone di quel che stava accadendo. 
All'ultimo momento Cicerone presenta in Senato alcune lettere anonime che accusano Catilina di cospirazione contro la Repubblica, radunando uomini in armi attorno a Fiesole, pur non potendo provarlo. Cicerone inoltre sostiene che Catilina abbia fatto offerte a varie tribù in Gallia per assicurarsi alleati, ma la tribù degli Allobrogi avrebbe rifiutato l'offerta e l'avrebbe resa pubblica avvertendo Cicerone stesso.
Dopo le prime Catilinarie Catilina è costretto alla fuga in Etruria, che però definirà esilio volontario.
Intercettato dall'esercito romano (5 gennaio 62 a.C.), nei pressi dell'odierna Pistoia (Campo Tizzoro), vistosi bloccato il passaggio degli Appennini che conduce alla Gallia Cisalpina, decise di battersi comunque. Secondo lo storico Sallustio, Catilina fu ritrovato ancora vivo sul campo di battaglia, anche se ferito mortalmente, insieme ai suoi ventimila soldati e i suoi resti furono gettati in un fiume, mentre la testa venne riportata a Roma.

Dal sito https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/5/55/Catilina2
Un dettaglio dell'affresco Cicerone denuncia Catilina, realizzato da Cesare Maccari (1880), che raffigura Catilina con le mani artigliate, conservato a Palazzo Madama, Roma.

- Marco Antonio (83 a.C. – 30 a.C.) è stato un politico e militare romano durante il periodo della Repubblica.
Condottiero abile e feroce, fu un luogotenente fidato di Gaio Giulio Cesare, suo parente per via materna, sotto il quale si distinse nelle sue campagne galliche e grazie al quale poté avviarsi con successo alla carriera politica, arrivando a ricoprire importanti cariche pubbliche.
A seguito del brutale assassinio di Cesare, accrebbe decisamente, pur nella caoticità e profonda incertezza del periodo, il suo peso politico e la sua influenza, ponendosi altresì quale figura di spicco dei Populares cesariani e contendendosi con Cesare Ottaviano (pronipote, nonché figlio adottivo, di Cesare) la loro guida.
Il grande progetto politico di Marco Antonio era, sulla falsariga di quello di Cesare, la trasformazione di Roma da una repubblica oligarchica a un regime sostanzialmente monarchico, ma improntato però sul modello teocratico dell'Oriente ellenistico, cosa che, assieme alla sua esuberanza e alla sua vita privata tutt'altro che tranquilla, finì per inimicargli le élite patrizie conservatrici.
La sua alleanza con la regina tolemaica d'Egitto Cleopatra (della quale era pure amante), inasprì ulteriormente la sua rivalità con Ottaviano, col quale nel frattempo aveva ufficialmente costituito assieme a Marco Emilio Lepido un triumvirato nella gestione dei territori della Repubblica.
Con la loro lotta per il potere, evolutasi in una guerra aperta, Antonio venne sconfitto definitivamente nella battaglia di Azio, al largo della Grecia, trovando rifugio con l'alleata e amante Cleopatra ad Alessandria, dove entrambi si tolsero la vita dopo la caduta della città per mano delle forze di Ottaviano.
 Marco Antonio fu il primo romano a essere vittima d'un provvedimento di damnatio memoriae, una vera e propria condanna all'oblio. Con l'ascesa del suo rivale, che diede vita al primo Principato romano, alla sua morte il Senato non si limitò solo ad applicare provvedimenti riservati ai nemici della patria ma permise la cancellazione di tutti i riferimenti della sua esistenza: documenti, epigrafi, ritratti.
- Fulvia è stata la moglie del triumviro della Repubblica romana Marco Antonio. 

Dal sito https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/21/Marcus_Antonius
Busto di Marco Antonio di età Flavia (69 - 96 d.C.), ritrovato nel 1830 nei pressi di Tor Sapienza, e conservato nei Musei Vaticani, Roma.

Nessun commento:

Posta un commento

Sentidu