Gilànicas

1.
Gilània fit de Euròpa su giàssu
Inùe no bi fint padronos, né servos.
Peldulàrios russos nd’ant leàdu passu
Et de issos no ant tentu preservos.
Si sunt falados a un accumassu,
Ca tempus no lis at dadu cunservos.
Sa Gimbutas los at torrados a bida,
Cun Eisker nos ant dadu acclarida.

2.
Sa cosa chi de prus m’at abbeladu
Est chi no faghìant peruna differéntzia
Pro sa gestiòne de su popoladu
Da-e màsciu o de fémina preséntzia.
Làstima est chi no nos ant lassadu
Sa insoro geniàle connoschéntzia,
Ca como cumandat solu s’omìne
Et de isciàos amus sutzidumìne.

🆅 Dal sito http://vocabolariocasu.isresardegna.it/lemmi.php
Giàssu: località, tratto, regione, sito.
Peldulàrios: vagabondi, girovaghi, miserabili.
Accumassu: l’atto di intridere o impastare. Ammasso. Falaresi a un’accumassu, sfasciarsi, abbattersi.
Acclarida: l'atto di manifestare, dichiarare.
Abbeladu: incantato.
Làstima: compassione, pietà. Ite lastima, che peccato.
Isciàos: schiavi.
Sutzidùmine: sudiciume, sporcizia.

🆆 Dal sito https://it.wikipedia.org/wiki/
- Marija Gimbutas è stata un'archeolga e linguista lituana. Ha studiato le culture del Neolotico e dell'Età del bronzo (parole da lei create) dell'Europa antica ed ha scoperto le società gilaniche.
- Riane Eisker è una sociologa e saggista statunitense. Scrittrice ed attivista sociale, nel famoso e documentato saggio "Il calice e la spada", descrive il mondo delle società gilaniche.

🆂 Dal sito https://www.anarcopedia.org/index.php/Societ%C3%A0_gilaniche
La sociologa Riane Eisler ha indicato con il neologismo gilania quella fase storica plurimillenaria (8.000 - 2500 a.C.) fondata sull'eguaglianza dei sessi e sulla sostanziale assenza di gerarchia e autorità, di cui si conservano tracce tanto nelle comunità umane del Paleolitico superiore quanto in quelle agricole del Neolitico.
La Eisler quindi contesta duramente l'opinione dominante, particolarmente diffusa nella società occidentale, secondo cui gli esseri umani sarebbero sempre stati violenti proprio a causa di una loro intrinseca natura. Questo assioma si è sviluppato perché storici e antropologi hanno arbitrariamente collocato l'inizio della civilizzazione umana in un periodo dove la nascita e lo sviluppo del linguaggio scritto sono andati di pari passo alla diffusione della violenza e delle guerre.
Gli studi di alcuni archeologi e storici (tra cui Marija Gimbutas) dimostrano che per buona parte della loro storia, gli esseri umani hanno vissuto in comunità sostanzialmente pacifiche ed egualitarie, fino a quando, come ampiamente dimostrato dai reperti ritrovati, una serie di grandi migrazioni indoeuropee dal sud della Russia e dall'Eurasia (Europa orientale, Asia centrale e Siberia) verso l'Europa, avrebbero completamente distrutto le popolazioni locali.
La Eisler, che ha dedicato gran parte dei suoi lavori proprio allo studio di queste antiche comunità, definisce come androcrazia il sistema dominatore maschile importato dagli Indo-Europei (i Kurgan) che impose alcune forme di dominio come il patriarcato, la gerarchia, le classi sociali e l'autorità.
In altre parole, l'idioma gilania indica l’uguaglianza di status tra i due sessi, come presupposto per un’evoluzione culturale intrecciata, che tiene conto della totalità della società umana; è una struttura di pensiero e di organizzazione sociale che ha caratterizzato civiltà fiorenti come quella cretese-minoica, nuragica, etc., contraddistinte da rispetto, solidarietà e interconnessione creativa fra uomo e donna.

Dal sito https://www.anarcopedia.org/index.php/Societ%C3%A0_gilaniche
Rappresentazione delle ondate migratorie dei Kurgan tra il 4000 e il 1000 a.C. (secondo l'ipotesi sviluppata da Marija Gimbutas), che determinarono la scomparsa delle società gilaniche.
L'area rossa corrisponde alla zona di ubicazione degli indoeuropei intorno al 2500 a.c.

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