Bàrbie

1.
Si su-‘e ite nde rier bi fit bistadu,
Rìsidu-aìmis de-i custu nùmene,
Ma a puppìa no s’est assemizadu
Et cusciénscia-aìat de bischidùmene.
De Liòne su boja fit fentomadu,
Ca divisa aìat, pro costùmene,
De Esse-Esse, finas a cumbeniéntzia,
Finas chi-in Bòlivia fattu-at parténtzia.

2.
Sos Klarsfeld, poi barant’annos l’ant tentu,
Cando fuìdu fit, che bonu guvaldu.
De ebréos frantzesos fit su turmentu
Et sa morte si l’at pijadu-a taldu.
De l’aer dadu-ergàstolo so cuntentu:
Justìscia-at tentu, ma no-a samben’ caldu,
Ca l’ant protzessadu in s’ottanta tres
Et, cun muzere, ant vìvidu che res.

🆅 Dal sito http://vocabolariocasu.isresardegna.it/lemmi.php
Rier: ridere.
Puppìa: bambola.
Bischidùmene: o bischidumine, ammasso di materie marce, inacidite.
Fentomadu: nominato, menzionato, ricordato.
Fuìdu: scappato.
Guvaldu: codardo, timido, esitante.
Pijadu: preso; anche piegato.
Taldu: o tardu, tardi.
Sàmbene: sangue.

🆆 Dal sito https://it.wikipedia.org/wiki
- Klaus Barbie (1913 – 1991) è stato un militare e criminale tedesco. Noto anche con il soprannome di Boia di Lione, fu il comandante della Gestapo nella suddetta città francese durante l'occupazione nazista della Francia.
Scampato al processo di Norimberga, dopo la seconda guerra mondiale ha partecipato ad attività di intelligence, lavorando per i servizi segreti statunitensi e nascondendosi, dal 1955, in Bolivia, dove operò attivamente per i servizi boliviani sotto lo pseudonimo di Klaus Altmann, venendo infine arrestato e processato negli anni ottanta.
Il processo nei suoi confronti si celebrò dall'11 maggio al 4 luglio 1987. Barbie gestì in modo teatrale il processo sin dal primo giorno: affermò di chiamarsi Klaus Altmann (il suo pseudonimo usato in Bolivia) e formulò la richiesta di essere rilasciato dal processo e di ritornare nella prigione di Saint Joseph, asserendo che l'estradizione fosse tecnicamente illegale; ciò gli fu accordato, ma venne richiamato il 26 maggio per affrontare alcuni dei suoi accusatori, davanti ai quali affermò che non aveva "nulla da dire".
Molte delle accuse contro Barbie decaddero, grazie alla legislazione protettiva verso persone accusate di crimini inerenti a Vichy o all'Algeria Francese. Durante il processo Barbie arrivò a dire: «quando sarò dinnanzi al trono di Dio verrò giudicato innocente»; «ovviamente sono fiero di quello che ho fatto durante la guerra. Se non fosse stato per me la Francia adesso sarebbe una repubblica socialista sovietica».
Nel pomeriggio del 4 luglio 1987 la Corte del Tribunale di Lione condannò Klaus Barbie all'ergastolo per i comprovati crimini contro l'umanità. Morì quattro anni dopo, nel carcere di Lione, il 25 settembre 1991, per leucemia.

Dal sito https://www.gettyimages.ch/detail/nachrichtenfoto/
Manifestazione della Licra (Lega internazionale contro il razzismo e l'antisemitismo) davanti al palazzo di giustizia di Lione, durante l'apertura del processo a Klaus Barbie, l'11 maggio 1987.

- Serge Klarsfeld (avvocato, storico e scrittore rumeno) e sua moglie Beate Künzel (attivista tedesca, nota per le sue ricerche sull'Olocausto), hanno intrapreso come cacciatori di nazisti una serie d'indagini nei confronti di criminali nazisti scampati ai processi loro intentati nel dopoguerra.
Sono riusciti a portare in tribunale il boia di Lione Klaus Barbie e a presentare importanti testimonianze nel processo contro il criminale nazista francese Papon.
Il loro lavoro ha portato alla consegna anche di molti funzionari del regime tedesco datisi alla macchia dopo la seconda guerra mondiale, quali, per esempio, Kurt Lischka, Herbert Hagen, Ernst Heinrichsohn, Walter Rauff, Ernst Ehlers e Kurt Asche.

Dal sito https://www.vanillamagazine.it/wp-content/uploads
I coniugi Klarsfeld

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