Seminàriu

No cherzo esser che malos cristiànos,
Chi calunnìant, nende malas peràulas.
Ma deo, cherzo narrer a sos chejanos,
Chi in custas rigas no bi sunt fàulas.
Calchi padre aìat chérfidu manos
Truncadas, primmu de bintrare in àulas,
Ca pedòfilu bi nd’at prus de unu:
Un annu fit chérfidu a dejunu.

Pensa chi in Grosseto unu campu
De-internamentu ebréu bi fit, lampu!

🆅 Dal sito http://vocabolariocasu.isresardegna.it/lemmi.php
Chejanos: o chejulanos, che frequentano le chiese, devoti.
Fàulas: bugie.
Chèrfidu: voluto.
Dejunu: digiuno.

🆆 Dal sito https://it.wikipedia.org/wiki/Casi_di_pedofilia_all%27interno_della_Chiesa_cattolica
Con le parole Casi di pedofilia nella Chiesa cattolica, ovvero abusi sessuali su minori o possesso di materiale pedopornografico da parte di vescovi, sacerdoti, religiosi e catechisti appartenenti alla Chiesa cattolica, si intende una serie di episodi che hanno riscosso una vasta eco mediatica ed una considerevole attenzione da parte dell'opinione pubblica internazionale a partire dal 2002 e in particolare tra il 2009 e il 2010.
L'interesse dei media nei confronti del fenomeno della pedofilia all'interno della Chiesa cattolica prende avvio negli Stati Uniti d'America, a Boston, a partire da gennaio del 2002, con l'inchiesta avviata dal quotidiano The Boston Globe, il cui primo caso riguardava la condanna a dieci anni di carcere comminata ad un prete che aveva violentato un bimbo di dieci anni.
In seguito una successiva crisi che interessò anche l'Europa acquistò un più intenso rilievo mondiale nel biennio 2009-2010, coinvolgendo quasi tutti i paesi.
Tuttavia, gli ecclesiastici interessati in tutto il mondo risultano essere il 5%.

Dal sito http://www.sarascrive.com
La locandina de Il caso Spotlight, un film di Tom McCarthy del 2015,
basato sull'inchiesta del Boston Globe sulla pedofilia negli ambienti religiosi

🆂 Dal sito https://www.patriaindipendente.it/primo-piano/roccatederighi 
In seguito alle leggi razziali del 1938, il capo della Provincia di Grosseto, Alceo Ercolani individuò come luogo idoneo al concentramento dei cittadini ebrei, la sede del seminario estivo di Grosseto, a 1 km da Roccatederighi, e chiese al vescovo di Grosseto, Paolo Galeazzi, di affittargli un’ala dell’edificio.
Il contratto recita «dietro invito motivato dalle emergenze di guerra e in prova di speciale omaggio presso il nuovo Governo, la Curia cede in affitto il Seminario estivo presso Roccatederighi per farvi la sede del Campo di concentramento ebraico a un canone di locazione mensile di 5000 lire», cifra ragguardevole per l’epoca. Inoltre il prelato invia cinque suore per occuparsi di «cucina, dispensa, guardaroba, infermeria, nonché per l’ordine nelle camerate delle donne». Un’azione "caritatevole" al costo di 300 lire al mese, a cui si affiancano due uomini di fatica per 600 lire al mese.
Ercolani preleva dunque dalle casse della Provincia la somma di 50.000 lire, non sufficienti però a sostenere l’intero costo dell’operazione e, comunicando l’iniziativa al Ministero, afferma di coprire la differenza con la vendita dei beni sequestrati agli ebrei.  
Gli ebrei internati in questo campo erano destinati ad i lager di Auschwitz e Bergen-Belsen.

Dal sito https://www.patriaindipendente.it/primo-piano
la lapide che ricorda la presenza del campo a Roccatederighi.

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