Pater patriae

Agrippina manna et Germànicu
A Calìgola ant dadu sa vida.
Òmine de istintu tirrànnicu,
Chi a Senadu dadu-at abburrida.
Da-e bonu-Imperadore perrònicu,
De insània at dadu acclarida,
De cònsoles pighéndeche-a livellu
Su caddu sou, in logu-’e su masellu.

🆅 Dal sito http://vocabolariocasu.isresardegna.it/lemmi.php
Abburrida: l'atto di aborrire, disprezzare, svilire.
Perrònicu: testardo, cocciuto.
Insània: insania, pazzia.
Acclarida: l'atto di manifestarsi, dichiararsi.

🆆 Dal sito https://it.m.wikipedia.org/wiki
- Caio Giulio Cesare Augusto Germanico (12 – 41), meglio conosciuto con il soprannome di Caligola, è stato il terzo imperatore romano, appartenente alla dinastia giulio-claudia.
Regnò per meno di quattro anni: dal 37 al 41, anno della sua morte.
Le fonti storiche note hanno tramandato di Caligola un'immagine di despota, sottolineandone stravaganze, eccentricità e depravazione. Lo si accusa di aver dilapidato il patrimonio accumulato dal predecessore, per quanto ciò avvenisse anche per ottemperare ai lasciti testamentari stabiliti da Tiberio e per offrire al popolo giochi, denaro e cibo.
Le sue stravaganze, ispirate all'autocrazia dei monarchi orientali ellenistici e al disprezzo per la classe senatoria, non furono molto diverse dalla vendetta che Tiberio stesso mise in atto negli ultimi anni del suo principato. D'altra parte ci sono aspetti che indicano che la sua amministrazione iniziale ebbe anche lati positivi, come la riduzione della tassa sulle vendite e la realizzazione e ristrutturazione di alcune opere pubbliche.
Negli ultimi tempi diede segni di squilibrio mentale, tanto da indurre a credere che soffrisse di una malattia degenerativa. Celeberrimo è l'episodio del suo amato cavallo, Incitatus, che, secondo una tradizione riportata da Svetonio e Cassio Dione, Caligola si riprometteva di nominare console, un proposito estremo di scherno ai senatori al quale, però, non diede seguito nei suoi pochi anni di regno.
Il suo comportamento dispotico determinò numerose congiure, tutte sventate tranne l'ultima. Infatti, fu assassinato a 28 anni da alcuni soldati della guardia pretoriana.

Dal sito https://it.wikipedia.org/wiki/Caligola#cite_note-1
Busto corazzato di Caligola, rappresentato con la corona civica di fronde di quercia,
conservato al Ny Carlsberg Glyptotek, Copenaghen.

- Vipsania Agrippina (14 a.C. – 33 d.C.), meglio conosciuta come Agrippina maggiore, è stata una nobildonna romana, appartenente alla dinastia giulio-claudia. Di nobili natali, fu anche una moglie e madre molto attiva: seguì il marito nelle sue campagne militari in Germania Magna e in Siria, dandogli nove figli, sei dei quali sopravvissero fino all'età adulta. Tra questi figli, celebri sono il futuro imperatore Caligola e Agrippina minore, moglie dell'imperatore Claudio e madre dell'imperatore Nerone.
Dopo essere stata una delle donne più importanti dell'impero, cadde in disgrazia in seguito alla prematura morte del marito, avvenuta nel 19. Agrippina finì per inimicarsi il suocero Tiberio e il suo prefetto del pretorio Seiano e, a causa delle trame di quest'ultimo, fu esiliata a Ventotene, dove morì all'età di circa quarantasette anni.

Dal sito https://it.wikipedia.org/wiki/Agrippina_maggiore
Busto di Agrippina maggiore (Museo archeologico, Istanbul)

- Germanico Giulio Cesare (15 a.C. – 19 d.C.), nato probabilmente come Nerone Claudio Druso , è stato un politico e militare romano, appartenente alla dinastia giulio-claudia, padre di Caligola.
Tacito, nei suoi Annales scrisse così di lui, decenni dopo la sua morte: «Nel popolo romano durava viva la memoria di Druso e si riteneva che se fosse stato lui a capo dello Stato avrebbe ristabilito la libertà; di qui le simpatie verso Germanico e la stessa speranza».
Dal sito  https://www.treccani.it/enciclopedia/giulio-cesare-germanico.
Figlio di Druso Maggiore e di Antonia Minore; adottato da Tiberio (4 d. C.), sposò Agrippina Maggiore. Alla morte di Augusto si trovava in Gallia per un censimento, e dovette accorrere sul Reno a sedare una sollevazione dei legionari; iniziò quindi una serie di spedizioni in Germania (14-16 d. C.) per riscattare la sconfitta di Varo e liberare l'Impero dal pericolo costituito da Arminio. Non colse decisivi successi, soprattutto per difficoltà logistiche: comunque quando nel 16 fu richiamato, il provvedimento si attribuì all'invidia di Tiberio per la popolarità di Germanico. Fu quindi inviato con poteri straordinari in Oriente, dove attuò importanti provvedimenti.
Germanico fu oratore e scrittore: restano di lui gli Aratea, libera versione dei Fenomeni di Arato, in 725 esametri, e frammenti di un'opera che si suole denominare Prognostica.

Dal sito https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/11/Statua_del_Germanico.JPG
Statua bronzea di Germanico, esposta nel Museo civico di Amelia (TR).

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